Ciao sono Marco, ecco come lavoro

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Nel 1992 è copywriter in TBWA. Cresce professionalmente in Young & Rubicam, Ammirati Puris Lintas e Armando Testa, agenzia in cui ricopre la carica di direttore creativo. Nel 2012 fonda Sunny Milano.

Nome: Marco Calaprice
Lavoro: Pubblicitario
Fissa del momento: Ronzinante, bici a scatto fisso
Telefono in tasca: iPhone 5
Computer sulla scrivania: Mac Book 15”
Il tuo lavoro in 3 parole: ascolto, penso, scrivo

Di che app/programmi/tool non puoi fare a meno?
Word ha preso il posto della vecchia Olivetti lettera 35 con cui ho iniziato a fare questo mestiere. Safari è la mia finestra sul mondo. Spotify e iTunes sono la colonna sonora delle mie giornate. Facebook è il collegamento con gli amici e Twitter è il mio organo d’informazione preferito.

 

Com’è organizzata la tua scrivania?
Computer, telefono, ipod, agenda moleskine.

Quali sono i tuoi strumenti di lavoro?
Cinema, televisioni, radio, giornali, libri, mostre: sono fonti d’ispirazione oltre che strumenti di comunicazione.

Come organizzi le tue attività? Che metodo usi per segnarti le cose da fare?
Scrivo tutte le date di appuntamenti, riunioni e presentazioni in una Moleskine; se la perdo sono morto.

Metodo preferito per prendere appunti?
Memorizzo.

A parte telefono e computer di che gadget non puoi fare a meno?
Chitarra e libri. Ho amplificatore e chitarra elettrica in ufficio. Mi serve per staccare.

C’è un gadget a cui sei rimasto terribilmente affezionato?
Non riesco ad affezionarmi agli oggetti, quindi non ho nessun gadget del passato. Se ce l’ho è perché è rimasto lì, non perché l’abbia conservato.

Ti piace ascoltare musica mentre lavori? Che genere di musica ascolti?
Sì, dal jazz, alla classica, dal blues al pop. Ascolto di tutto. Mi serve per creare, di volta in volta, l’ambiente ideale per il lavoro che sto facendo.

Cosa stai leggendo in questo momento?
Non leggo un libro alla volta, ne leggo tanti insieme. Per me leggere è lavoro. È come quando un regista guarda il film di un collega; fa attenzione alla scenografia, all’inquadratura, alla fotografia, al casting, al montaggio… A me interessa capire come sono strutturate le frasi, come sono scelte le parole, l’utilizzo della punteggiatura. Poi rubo tutto questo e lo riutilizzo nel mio lavoro.
C’è comunque un libro che leggo in continuazione – non passa settimana in cui non ne legga almeno qualche pagina – è  Moby Dick.

Cosa pensi, o almeno credi, di sapere fare bene nel tuo lavoro?
Lavoro con metodo sull’analisi del problema e questo mi permette di trovare soluzioni mirate.

E nella vita di tutti i giorni in cosa sei il migliore?
So distrarmi come nessuno. Amo farlo, non lo vivo come un problema.

Se non facessi questo lavoro cosa credi staresti facendo? E cosa ti piacerebbe invece fare?
Lavorerei in una libreria o in una biblioteca. Mi piacerebbe insegnare lettere al liceo per fare scoprire il piacere della letteratura agli studenti. Soprattutto ai più svogliati.