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Dal 24 al 30 marzo tutte le istituzioni culturali europee sono invitate a creare contenuti su twitter utilizzando l’hashtag #MuseumWeek. L’obiettivo dell’iniziativa è sicuramente spingere i Musei a essere più presenti sui social e adottare nuove strategie di comunicazione. Certo per alcuni musei si tratterà di pensare a una strategia di comunicazione per la prima volta.

Consultando le liste dei Musei aderenti, è evidente quanto il Regno Unito sia avanti. La Tate, l’istituzione culturale più seguita su twitter, ha un milione di follower e il numero di musei UK based aderenti all’iniziativa è altissimo. Seguono a distanza Spagna, Francia e, fanalino di coda, l’Italia.

Questo dato non è poi così rilevante in questo caso, perché l’iniziativa è aperta a tutti e se i grandi musei avranno modo di seguire il calendario proposto da twitter, i piccoli potranno comunque proporre i propri contenuti. In questo modo twitter porta anche le piccole realtà a pensare di sfruttare nuovi canali di comunicazione. Quali sono però i veri vantaggi portati dalla #MuseumWeek?

1 – gli utenti avranno modo di scoprire nuovi contenuti unici e interessanti, come ad esempio i “dietro le quinte” dei musei e le storie delle persone che ne compongono lo staff
2 – la comunicazione col museo sarà diretta, quindi per alcune realtà sarà necessario scendere dal “piedistallo” e parlare col pubblico alla pari
3 – i musei mostreranno, in molti casi per la prima volta, una prospettiva umana
4 – i musei in cambio avranno modo di aumentare la propria visibilità
5 – potranno sperimentare e imparare un nuovo approccio social

Si stanno aprendo nuove prospettive per il settore della cultura? Sicuramente sì. A mio avviso il modo di fare turismo e fruire delle istituzioni culturali è già cambiato. Penso che sempre di più i visitatori di una città vogliano vivere un’esperienza, quindi sentire di lasciare la città conoscendola un pò meglio e lo stesso avviene all’interno dei musei. L’epoca in cui questi venivano visitati quasi passivamente è finita. Il visitatore vuole capire il perché e il percome di una collezione, piuttosto che sentire una spiegazione tecnico scientifica e sentirsi un ignorante.

Pensate questo appiattisca la cultura? A mio avviso la rende solo più digeribile per un numero più ampio di persone avvicinandone di più a questo mondo. Poi chissà che alcune non si appassionino e vogliano anche conoscere gli aspetti più tecnici. In fondo posso godere di un’opera semplicemente perché la trovo bella e guardarla mi rende felice, come posso apprezzare la stessa opera perché ha una storia incredibile o perché la tecnica utilizzata per realizzarla era all’avanguardia per l’epoca.

Il web (basta pensare al Google Cultural Institute) e i social media stanno ampliando e potenziando gli strumenti per poter accedere alla cultura, quindi ben vengano post, trend, tweet, hashtag, …